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5 ottobre 2011

Quei figli di immigrati in cerca di identità

Marco Mirabile «Genitori immigrati e figli di seconda generazione» è il titolo del convegno organizzato dal Tavolo immigrazione e cittadinanza del Comune di Parma, ospitato nell’auditorium dell'Ipsia "Primo Levi": dieci ore di libero confronto sul tema delle «seconde generazioni», i ragazzi figli di immigrati nati o arrivati giovanissimi in Italia, un tema specifico e diverso da quello più generico di «immigrazione». L'incontro si è aperto con gli interventi degli studenti stranieri e italiani, che hanno ragionato sulle loro esperienze di vita quotidiana, provocando alcune importanti riflessioni. «Questi interventi sono un’occasione di vera crescita per noi adulti, abituati a non affrontare criticamente la realtà dell’integrazione - ha detto Adriano Cappellini, dirigente dell’istituto professionale -. I ragazzi hanno la capacità di cogliere le criticità e gli aspetti positivi della vita sociale, da loro arriva un aiuto a noi italiani per capire come gestire il fenomeno». «L’Ipsia - continua Cappellini - è una scuola che ha il 40% degli iscritti di origine straniera, ben quarantacinque etnie. Avere studenti di seconda generazione è una risorsa, molti di loro hanno evidenti doti linguistiche e capacità di mediazione culturale. Ma sono ragazzi che scontano alcune difficoltà psicologiche e sociologiche, che vivono due faticose realtà: l’identità della famiglia di origine, e la società italiana in cui loro si riconoscono, che però non riconosce loro». Dal dibattito è emerso che i figli di seconda generazione non hanno un’identità strettamente legata al concetto di nazione, ma ragionano sull'identità di appartenenza all’umanità e al mondo. «Parma ha un alto tasso di integrazione - ha dichiarato Leonor Grossi, vicecoordinatrice del Tavolo immigrazione e cittadinanza -. Gli stranieri regolari sono il 14%, circa 26.450 cittadini extracomunitari in regola e residenti in città. Sono dati sui cui dobbiamo ragionare tutti assieme, che rendono prioritario il dialogo tra italiani e stranieri, tra adulti e ragazzi, proprio com'è avvenuto qui all’Ipsia. Quando c'è relazione, si trovano soluzioni». Il convegno è proseguito con gli interventi di Maruan Oussaifi dell’associazione Anolf-Seconde generazioni (Associazione nazionale Oltre le frontiere) e di Cleòphas Adrien Dioma del Tavolo immigrazione. Nel pomeriggio sono intervenuti Simone Ferrarini, pittore e docente di progetti sul graffitismo, e il sociologo Adel Jabbar. Fonte: Gazzetta di Parma.it

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